sabato 21 settembre 2013

Buongiorno a tutti,
andiamo sempre avanti. Un'ovvietà del resto questa, poiché indietro, in fondo, non si può andare. Ci si potrebbe però anche chiedere perché è tanto faticoso fare ciò che è ovvio!!!

Mi verrebbe da pensare che forse, a volte, la fatica deriva dal fatto che partiamo dalla parte sbagliata...

- ed il Re chiese ad Alice "raccontami la tua storia", ma Alice imbarazzata rispose "per il vero non so proprio da che parte iniziare". E il Re stupito "ma cara fanciulla, ovviamente inizia dall'inizio, passa per il mezzo ed arriva alla fine".
Ovvio!  e allora perché tante e tante volte iniziamo dalla fine? Con il solo risultato che tutto ci appare enorme, opprimente, insormontabile ... tanto insormontabile da non poterlo neanche più iniziare.

Oggi metto in valigia l'ovvio, il sacro ovvio, quello che dice un passo alla volta, senza fretta guardando bene dove metto i piedi.
Un saluto e alla prossima

domenica 15 settembre 2013





Buongiorno,
rieccoci qui a fare le valigie.
Un discreto intervallo di tempo è passato dall'inizio dei lavori a causa della mia personale avversità verso il mezzo di comunicazione su cui ci troviamo...ogni giorno guardavo il pc e la lotta tra il fare e il non fare iniziava.
Allora ho pensato che proprio questo dovesse essere il primo oggetto da mettere in valigia!

Probabilmente è capitato a tutti di dover intraprendere un "inizio": ed ecco che il cambiamento, il doversi accostare a qualcosa di sconosciuto che richiede un principio di fatica ed applicazione, le paure di non farcela, le paure di deludere qualcuno (noi stessi), fanno diventare la montagna da scalare sempre più alta.
Ma tutto è  questione di prospettiva. Quanto più ci si allontana dalla montagna tanto più ci appare grande, tanto più ci appare alta ed impossibile da scalare.
Ma durante  la scalata la montagna è il sasso sotto i nostri piedi.
A volte forse val bene la pena di tapparsi il naso e buttarsi in acqua... splash! così, senza pensare, senza permettere che quei pensieri timorosi, protettivi fino al soffocamento di ogni slancio o, addirittura, denigranti, prendano il sopravvento.

Quindi qual è il nostro primo oggetto, come chiamarlo?
Lotta? forse, spinte contrapposte si affrontano, indubbiamente. Ma una lotta, o meglio la conclusione di uno scontro, presuppone la supremazia di uno dei due contendenti: lo faccio, non lo faccio, ora sì, ora no, ora dopo, ora adesso... e personalmente credo che vi sia un altro modo di vedere il tutto, ma questo è un discorso che faremo un'altra volta!
Per oggi va bene così, mettiamo in valigia le nostre LOTTE personali, giornaliere, portate avanti con fatica. Oggi va bene così...
un saluto e alla prossima